La UILTuCS Emilia-Romagna si prefigge di rappresentare le lavoratrici e i lavoratori del terziario. Dare forza al lavoro.

Indirizzo
Via delle Lame, 98 – 40121 – BOLOGNA (BO)

Informazioni per i contatti
Email: [email protected]
PEC: [email protected]
Telefono: 051/550502
Fax: 051/550918

Altre informazioni
E’ aperto al pubblico dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 13 e dalle 14 alle 18 (festivi esclusi)

Telefono 051/550502 – Fax 051/550918

Image Alt

UILTuCS ER

  /  Notizie   /  #FuturoalLavoro: per un rilancio economico e sociale del paese

#FuturoalLavoro: per un rilancio economico e sociale del paese

Tempo di Lettura: 7 minuti

Cgil, Cisl e Uil hanno presentato le proprie richieste al Governo e le hanno discusse con migliaia di lavoratori e pensionati. La Legge di Bilancio invece non dà risposte adeguate alla situazione del Paese.
E’ insufficiente e recessiva perché taglia gli investimenti produttivi fondamentali per la crescita e lo sviluppo. Non diminuisce la pressione fiscale sul reddito da lavoro dipendente e da pensione, rinunciando così ad agire sulla domanda interna. Non favorisce la creazione di lavoro stabile nè la coesione del Paese, non rafforzando le infrastrutture sociali e riducendo le risorse per il Mezzogiorno.
Si nega, così, al Paese una prospettiva di rilancio economico e sociale.

LAVORO, CRESCITA E SVILUPPO
• Il lavoro si crea: per questo chiediamo più investimenti pubblici, che aumentino occupazione e crescita, anche in un’ottica di sviluppo sostenibile.
• Gli investimenti in infrastrutture materiali, digitali e sociali sono uno strumento fondamentale di sviluppo, innovazione e rilancio del Paese.
• Le grandi opere, già sottoposte alla valutazione costi/benefici, devono procedere ad una immediata cantierizzazione o prosecuzione.
• La manovra non aumenta gli investimenti pubblici, anzi li riduce.
• Vogliamo misure concrete e preventive per la messa in sicurezza del territorio e per il contrasto ai disastri legati ad eventi sismici e al dissesto idrogeologico.
• Investire nel risanamento ambientale legato alle bonifiche dell’amianto.
• Il lavoro stabile si favorisce facendolo costare meno del lavoro precario, riducendo stabilmente ed in maniera più significativa il cuneo contributivo/fiscale per i contratti a tempo indeterminato.
• Non si è corretto il Decreto Dignità mantenendo la rigidità nell’applicazione delle causali. Pur in presenza di casuali di fonte legale, per cui non si prevede alcun rinvio alla contrattazione, riteniamo necessario che si valuti la possibilità di lasciare alla stessa eventuali interventi.
• Troppe ancora le persone nei Centri per l’Impiego con contratti precari: vanno stabilizzati. Anche i cosiddetti navigator verranno assunti con contratti di collaborazione. Vogliamo risorse stabili.
• La manovra non promuove l’occupazione femminile: non vengono rafforzati i congedi rivolti alla genitorialità, non è stata prorogata la misura di sostegno alla contrattazione sulla conciliazione vita-lavoro, non vengono incrementati i servizi alla prima infanzia e non si interviene strutturalmente con una legge per la non autosufficienza.
• Per i giovani è necessario sostenere e rafforzare tutti gli interventi legati alla transizione scuola-lavoro, a partire dall’apprendistato.
• Vanno rese strutturali le misure previste nella Legge di Bilancio per affrontare le crisi e le ristrutturazioni aziendali al fine di dare certezza alle esigenze di proroga degli ammortizzatori sociali. Va rafforzata la Naspi eliminando la progressiva riduzione dal quarto mese.

POLITICA INDUSTRIALE
• L’Italia, seconda manifattura d’Europa, rischia di non avere più una politica industriale. Occorre rilanciare il Piano Impresa 4.0 e dare un grande impulso alle tante componenti del nostro sistema produttivo, anche al Sud. La via è quella del sostegno alla buona occupazione, alla formazione e alle reti delle competenze, alla ricerca, all’innovazione e alla digitalizzazione. Serve una strategia modulata sulle caratteristiche di ogni territorio, con strumenti specifici per il Mezzogiorno e leve di sviluppo accessibili anche alle medie e piccole imprese. Va sostenuta la contrattazione, nazionale e decentrata, come elemento indispensabile per una politica industriale moderna votata allo sviluppo. Questo anche attraverso misure in grado di incentivare politiche salariali espansive e maggiore produttività.
• Il Governo smantella la politica industriale riducendo gravemente la qualità dell’intervento e la quantità delle risorse a disposizione del Piano Impresa 4.0 e dimezza gli investimenti. Serve una nuova governance pubblica fondata sul riordino ed il coordinamento degli attori istituzionali.
• Noi vogliamo più investimenti e incentivi per innovazione, formazione e digitalizzazione. Solo così si crea lavoro.

FISCO
• Il Governo scarica sul futuro del Paese il peso di 53 miliardi di oneri in più per il 2020 e 2021: o si trovano le risorse (con nuovi tagli) o aumenterà l’Iva (e altre tasse). In ogni caso pagheranno sempre lavoratori e pensionati. Ci sarà poco o nessuno spazio per creare lavoro, per nuovi investimenti e per diminuire la pressione fiscale nelle prossime Leggi di Bilancio.
• Il Governo ha scelto di introdurre la flat tax per autonomi, partite Iva e piccole imprese che pagheranno meno dei lavoratori dipendenti e pensionati, oltre che nuovi condoni fiscali e rimozione del blocco degli aumenti dei tributi locali. Nulla per lavoratori e pensionati.
• Meno tasse su lavoratori e pensionati che già contribuiscono al gettito Irpef per il 94,8%.
• La progressività è il paradigma delle nostre proposte per garantire un fisco equo e giusto.
• Chiediamo un deciso contrasto all’evasione fiscale.

PREVIDENZA
• Vogliamo il superamento della Legge Fornero, con flessibilità di uscita a 62 anni e la possibilità di andare in pensione con 41anni di contribuzione a prescindere dall’età per tutti.
• Chiediamo la pensione di garanzia per i giovani e per i lavoratori discontinui, il riconoscimento del lavoro di cura e dei carichi familiari in particolare per le donne, la tutela dei lavori usuranti e gravosi, nonché la soluzione definitiva per gli esodati.
• La manovra non determina un cambiamento strutturale del sistema previdenziale. Introduce una soluzione temporanea che riguarda pochi e penalizza i lavoratori pubblici. Fa cassa a carico dei pensionati (3,6 miliardi) bloccando la rivalutazione sopra i 1.522 euro lordi.
• Sono completamente assenti misure a sostegno del welfare integrativo. La previdenza complementare rappresenta il grande assente del contratto di Governo e della manovra di Bilancio.

SALUTE E SICUREZZA SUL LAVORO
• Il 2019 si è aperto con la conferma di un quadro drammatico di infortuni gravi e mortali cui si devono aggiungere le malattie professionali. E’ indispensabile ed urgente una strategia nazionale di prevenzione che comprenda un sistema di vigilanza coordinato tra tutte le forze in campo per un’azione adeguata, capillare ed efficiente.
• Il Governo ha scelto di ridurre le risorse strutturali destinate dall’INAIL per il finanziamento dei progetti di investimento, ammodernamento dei macchinari e formazione in materia di salute e sicurezza sul lavoro.
• Sono state ridotte le risorse destinate allo sconto dei premi, a fronte di interventi aziendali per la prevenzione.
• Noi chiediamo più prevenzione, più controlli, più formazione.

MEZZOGIORNO
• Il Mezzogiorno non solo è dimenticato, ma anche penalizzato.
• Nella manovra ci sono solo tagli consistenti alle risorse finalizzate al Mezzogiorno e misure “spot” a somma zero.
• Servono interventi che rilancino il lavoro, le politiche industriali, anche attraverso piani di investimento in opere infrastrutturali, materiali e sociali.
• Dare risposte ai bisogni sociali con investimenti su sanità, servizi sociali ed istruzione.
• Lo sviluppo del Mezzogiorno non può dipendere solo dai fondi comunitari, ma servono risorse aggiuntive per le imprese che investono in innovazione. Occorre garantire trasferimenti al Sud in base alla percentuale di popolazione residente.
• Chiediamo il rispetto della clausola per la ripartizione dell’80% del fondo sviluppo e coesione.

AUTONOMIA DIFFERENZIATA
• Una maggiore autonomia amministrativa e legislativa delle Regioni, deve necessariamente presupporre un modello di assetto istituzionale dello Stato che garantisca cooperazione e solidarietà con la partecipazione di tutte le Regioni ai meccanismi perequativi e solidaristici richiesti dalla Costituzione.
• Il Governo, con il modello di autonomia che si sta delineando, rischia di disarticolare il sistema dei diritti ed alimentare nuove disuguaglianze e divari territoriali, soprattutto nel Mezzogiorno.
• È necessario garantire i livelli essenziali delle prestazioni relative ai diritti civili e sociali dei cittadini in maniera uniforme sull’intero territorio nazionale, a partire dall’istruzione, dalla sanità e dalla sicurezza: aspetti che costituiscono la cifra identificativa della nostra Repubblica democratica

POVERTÀ
• Per contrastare la povertà occorre mettere in campo un sistema che preveda il rafforzamento delle reti sociali a partire dal potenziamento dei servizi pubblici e degli enti locali, nonché nuovi strumenti di natura economica.
• La manovra cancella il Reddito di Inclusione (REI) ed utilizza le risorse per una misura “sostitutiva”, complicata nell’accesso e con forti elementi di iniquità, specie verso le famiglie numerose e con disabili. E’ prevalentemente orientata all’attivazione lavorativa più che al contrasto della povertà e al reinserimento sociale dei beneficiari.

POLITICHE SOCIALI
• Per affrontare la sfida socio-demografica ed il sovraccarico sulle famiglie, promuovendo coesione sociale e crescita, non bastano misure parziali, bonus, sconti o interventi transitori. Occorre infrastrutturare un sistema di interventi e servizi sociali, definire i livelli essenziali delle prestazioni sociali ed è urgente approvare la legge quadro per la non autosufficienza.

SANITÀ
• E’ una vera emergenza nazionale. La manovra di Bilancio non risponde adeguatamente allo scopo di tutelare il diritto alla tutela della salute.
• Occorre aumentare in modo progressivo il finanziamento del Servizio Sanitario Nazionale per garantire “realmente” i LEA e superare le disuguaglianze regionali, assicurando a tutti un accesso equo e di qualità alle prestazioni in tutto il Paese.
• Vanno eliminati immediatamente i super ticket, superate le liste di attesa e definito un piano straordinario di assunzioni.

ISTRUZIONE E CONOSCENZA
• L’istruzione, la formazione, la ricerca sono centrali per lo sviluppo, la democrazia e la competitività del Paese, nonché per il contrasto alle disuguaglianze sociali. La manovra prevede forti penalizzazioni e tagli di risorse per i settori della conoscenza oltre alla insufficienza dei finanziamenti per i rinnovi contrattuali 2019-2021 dei lavoratori pubblici.
• Vogliamo l’adeguamento delle retribuzioni del settore al livello europeo, misure concrete per l’abbattimento del tasso di dispersione scolastica e per l’aumento del numero di studenti in possesso di un titolo terziario. Va colmato il deficit delle competenze della popolazione adulta.
• Deve essere rafforzato il raccordo della filiera istruzione-formazione-lavoro.
• Deve essere sostenuto il sistema nazionale della ricerca.

PUBBLICA AMMINISTRAZIONE
• La Pubblica Amministrazione rappresenta la cerniera tra cittadini, imprese e servizi, fondamentale strumento per accompagnare la crescita e lo sviluppo nel Paese. Non può essere irrigidita da leggi che invece ne frustrano e ne sviliscono l’azione.
• La manovra stanzia risorse insufficienti per il rinnovo dei contratti pubblici, nessun piano straordinario di assunzioni, non sblocca il turn over e non prevede nessun investimento.
• La manovra, inoltre, penalizza i dipendenti pubblici rispetto ai privati sia per l’accesso al pensionamento con quota 100, all’erogazione del TFS/TFR, escludendo dalla defiscalizzazione i premi di risultato.