\n\t\t\t\tDiritto di sciopero e normative di regolamentazione\t\t\t<\/h3>\n\t\t\t\t\t\t\t\n\t<\/div>\n<\/div>\n\t\t\t\t\t<\/div>\n<\/div>[vc_column_text]<\/p>\nLo sciopero costituisce il principale e tradizionale mezzo di lotta sindacale a disposizione dei lavoratori subordinati per la difesa dei propri diritti, per avanzare richieste di miglioramento economico e qualit\u00e0 del lavoro, uno strumento talvolta essenziale ai fini della negoziazione collettiva e delle relazioni industriali.<\/h5>\nL\u2019art. 40 della Costituzione<\/a><\/strong>\u00a0Italiana lo definisce un, diritto \u201cindividuale\u201d ad uso collettivo, una scelta di libert\u00e0, un diritto al conflitto, sia per migliorare le condizioni economiche (ridurre le diseguaglianze), sia per migliorare la qualit\u00e0 e la sicurezza del proprio lavoro.<\/h5>\nGli scioperanti per effetto dei principi costituzionali non possono subire nessuna conseguenza per l\u2019adesione allo sciopero, se non la mancata retribuzione per il periodo in cui hanno scioperato.<\/h5>\nLa corte costituzionale ha riconosciuto via, via nel tempo, in aggiunta al classico sciopero effettuato per fini contrattuali, altre casistiche, tutte valutate legalmente ammissibili: lo sciopero economico, lo sciopero politico e lo sciopero di solidariet\u00e0.<\/h5>\nLo sciopero economico e politico \u00e8, essenzialmente, indirizzato ad impedire interventi economici svantaggiosi nei confronti dei lavoratori o per rivendicare ed ottenere cambiamenti migliorativi che la classe politica fatica ad esprimere e\/o a realizzare, in questo caso non si sciopera contro il proprio datore di lavoro ma verso gli organi politici, il Governo ed il Parlamento.<\/h5>\nLo sciopero di solidariet\u00e0 trova invece corrispondenza quando l’astensione al lavoro di un gruppo di lavoratori viene effettuata per sostenere e solidarizzare con le rivendicazioni di altri lavoratori.<\/h5>\nAlla base di ogni forma per\u00f2, perch\u00e9 lo sciopero sia legittimo, deve esserci sempre un interesse collettivo.<\/h5>\nLa stessa costituzione prevede l\u2019emanazione di leggi ordinarie al fine di individuare i limiti di esercizio dello sciopero in particolari contesti, per esempio i servizi essenziali.<\/h5>\nLa prima disciplina dello sciopero \u00e8 stata istituita con la legge 12 giugno 1990, n. 146.<\/h5>\nLa legge 146\/1990<\/strong>\u00a0stabilisce esigenze di regolamentazione e introduce il principio per cui,\u00a0il diritto di sciopero nei servizi pubblici essenziali deve essere bilanciato<\/strong>\u00a0con altri diritti costituzionalmente garantiti, come quello della salute, dei trasporti e delle comunicazioni.<\/h5>\nIn caso di violazione della normativa che regola lo sciopero (relativamente ai servizi essenziali), ad esempio nel caso non venga dato un congruo preavviso, questo pu\u00f2 essere precettato da parte del Governo che pu\u00f2 anche ordinarne la revoca.<\/h5>\nLa successiva\u00a0L.83\/2000<\/strong>\u00a0in considerazione dell\u2019esigenza di rafforzare l\u2019autodisciplina delle parti sociali inserisce ulteriori limiti prima della proclamazione dello sciopero, lo scopo della legge \u00e8 quello di sviluppare forme negoziali di prevenzione, di raffreddamento e conciliazione secondo quanto previsto dai contratti collettivi nazionali o, in assenza, secondo quanto previsto dalla stessa legge.<\/h5>\nLo sciopero pertanto inteso come extrema ratio a seguito del fallimento della negoziazione.<\/h5>\nLa L.83\/2000 prevede anche che la revoca dello sciopero, una volta che ne \u00e8 stata data notizia all’utenza, debba essere giustificata da un accordo specifico tra le parti o un impegno a riprendere le trattative.<\/h5>\nTuttavia la precettazione pu\u00f2 essere decisa anche da un\u2019esplicita richiesta della Commissione di garanzia o dell’autorit\u00e0 competente.<\/h5>\nRiepilogando:<\/strong><\/h5>\n– Obbligatoriet\u00e0 del preavviso;
\n– Indicazione preventiva della durata dello sciopero;
\n– Previsione di misure per garantire i servizi indispensabili;
\n– Obbligo di esperire una procedura di raffreddamento e di conciliazione prima della proclamazione dello sciopero.<\/h5>\nFonti normative:<\/strong><\/h5>\n– Art. 40 Costituzione
\n– Legge 15 giugno 1990, n. 146
\n– Legge 11 aprile 2000, n. 83<\/h5>\n
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Sciopero Accordo Farmacie<\/h5>\n
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Lo sciopero costituisce il principale e tradizionale mezzo di lotta sindacale a disposizione dei lavoratori subordinati per la difesa dei propri diritti, per avanzare richieste di miglioramento economico e qualit\u00e0 del lavoro, uno strumento talvolta essenziale ai fini della negoziazione collettiva e delle relazioni industriali.<\/h5>\nL\u2019art. 40 della Costituzione<\/a><\/strong>\u00a0Italiana lo definisce un, diritto \u201cindividuale\u201d ad uso collettivo, una scelta di libert\u00e0, un diritto al conflitto, sia per migliorare le condizioni economiche (ridurre le diseguaglianze), sia per migliorare la qualit\u00e0 e la sicurezza del proprio lavoro.<\/h5>\nGli scioperanti per effetto dei principi costituzionali non possono subire nessuna conseguenza per l\u2019adesione allo sciopero, se non la mancata retribuzione per il periodo in cui hanno scioperato.<\/h5>\nLa corte costituzionale ha riconosciuto via, via nel tempo, in aggiunta al classico sciopero effettuato per fini contrattuali, altre casistiche, tutte valutate legalmente ammissibili: lo sciopero economico, lo sciopero politico e lo sciopero di solidariet\u00e0.<\/h5>\nLo sciopero economico e politico \u00e8, essenzialmente, indirizzato ad impedire interventi economici svantaggiosi nei confronti dei lavoratori o per rivendicare ed ottenere cambiamenti migliorativi che la classe politica fatica ad esprimere e\/o a realizzare, in questo caso non si sciopera contro il proprio datore di lavoro ma verso gli organi politici, il Governo ed il Parlamento.<\/h5>\nLo sciopero di solidariet\u00e0 trova invece corrispondenza quando l’astensione al lavoro di un gruppo di lavoratori viene effettuata per sostenere e solidarizzare con le rivendicazioni di altri lavoratori.<\/h5>\nAlla base di ogni forma per\u00f2, perch\u00e9 lo sciopero sia legittimo, deve esserci sempre un interesse collettivo.<\/h5>\nLa stessa costituzione prevede l\u2019emanazione di leggi ordinarie al fine di individuare i limiti di esercizio dello sciopero in particolari contesti, per esempio i servizi essenziali.<\/h5>\nLa prima disciplina dello sciopero \u00e8 stata istituita con la legge 12 giugno 1990, n. 146.<\/h5>\nLa legge 146\/1990<\/strong>\u00a0stabilisce esigenze di regolamentazione e introduce il principio per cui,\u00a0il diritto di sciopero nei servizi pubblici essenziali deve essere bilanciato<\/strong>\u00a0con altri diritti costituzionalmente garantiti, come quello della salute, dei trasporti e delle comunicazioni.<\/h5>\nIn caso di violazione della normativa che regola lo sciopero (relativamente ai servizi essenziali), ad esempio nel caso non venga dato un congruo preavviso, questo pu\u00f2 essere precettato da parte del Governo che pu\u00f2 anche ordinarne la revoca.<\/h5>\nLa successiva\u00a0L.83\/2000<\/strong>\u00a0in considerazione dell\u2019esigenza di rafforzare l\u2019autodisciplina delle parti sociali inserisce ulteriori limiti prima della proclamazione dello sciopero, lo scopo della legge \u00e8 quello di sviluppare forme negoziali di prevenzione, di raffreddamento e conciliazione secondo quanto previsto dai contratti collettivi nazionali o, in assenza, secondo quanto previsto dalla stessa legge.<\/h5>\nLo sciopero pertanto inteso come extrema ratio a seguito del fallimento della negoziazione.<\/h5>\nLa L.83\/2000 prevede anche che la revoca dello sciopero, una volta che ne \u00e8 stata data notizia all’utenza, debba essere giustificata da un accordo specifico tra le parti o un impegno a riprendere le trattative.<\/h5>\nTuttavia la precettazione pu\u00f2 essere decisa anche da un\u2019esplicita richiesta della Commissione di garanzia o dell’autorit\u00e0 competente.<\/h5>\nRiepilogando:<\/strong><\/h5>\n– Obbligatoriet\u00e0 del preavviso;
\n– Indicazione preventiva della durata dello sciopero;
\n– Previsione di misure per garantire i servizi indispensabili;
\n– Obbligo di esperire una procedura di raffreddamento e di conciliazione prima della proclamazione dello sciopero.<\/h5>\nFonti normative:<\/strong><\/h5>\n– Art. 40 Costituzione
\n– Legge 15 giugno 1990, n. 146
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Gli scioperanti per effetto dei principi costituzionali non possono subire nessuna conseguenza per l\u2019adesione allo sciopero, se non la mancata retribuzione per il periodo in cui hanno scioperato.<\/h5>\nLa corte costituzionale ha riconosciuto via, via nel tempo, in aggiunta al classico sciopero effettuato per fini contrattuali, altre casistiche, tutte valutate legalmente ammissibili: lo sciopero economico, lo sciopero politico e lo sciopero di solidariet\u00e0.<\/h5>\nLo sciopero economico e politico \u00e8, essenzialmente, indirizzato ad impedire interventi economici svantaggiosi nei confronti dei lavoratori o per rivendicare ed ottenere cambiamenti migliorativi che la classe politica fatica ad esprimere e\/o a realizzare, in questo caso non si sciopera contro il proprio datore di lavoro ma verso gli organi politici, il Governo ed il Parlamento.<\/h5>\nLo sciopero di solidariet\u00e0 trova invece corrispondenza quando l’astensione al lavoro di un gruppo di lavoratori viene effettuata per sostenere e solidarizzare con le rivendicazioni di altri lavoratori.<\/h5>\nAlla base di ogni forma per\u00f2, perch\u00e9 lo sciopero sia legittimo, deve esserci sempre un interesse collettivo.<\/h5>\nLa stessa costituzione prevede l\u2019emanazione di leggi ordinarie al fine di individuare i limiti di esercizio dello sciopero in particolari contesti, per esempio i servizi essenziali.<\/h5>\nLa prima disciplina dello sciopero \u00e8 stata istituita con la legge 12 giugno 1990, n. 146.<\/h5>\nLa legge 146\/1990<\/strong>\u00a0stabilisce esigenze di regolamentazione e introduce il principio per cui,\u00a0il diritto di sciopero nei servizi pubblici essenziali deve essere bilanciato<\/strong>\u00a0con altri diritti costituzionalmente garantiti, come quello della salute, dei trasporti e delle comunicazioni.<\/h5>\nIn caso di violazione della normativa che regola lo sciopero (relativamente ai servizi essenziali), ad esempio nel caso non venga dato un congruo preavviso, questo pu\u00f2 essere precettato da parte del Governo che pu\u00f2 anche ordinarne la revoca.<\/h5>\nLa successiva\u00a0L.83\/2000<\/strong>\u00a0in considerazione dell\u2019esigenza di rafforzare l\u2019autodisciplina delle parti sociali inserisce ulteriori limiti prima della proclamazione dello sciopero, lo scopo della legge \u00e8 quello di sviluppare forme negoziali di prevenzione, di raffreddamento e conciliazione secondo quanto previsto dai contratti collettivi nazionali o, in assenza, secondo quanto previsto dalla stessa legge.<\/h5>\nLo sciopero pertanto inteso come extrema ratio a seguito del fallimento della negoziazione.<\/h5>\nLa L.83\/2000 prevede anche che la revoca dello sciopero, una volta che ne \u00e8 stata data notizia all’utenza, debba essere giustificata da un accordo specifico tra le parti o un impegno a riprendere le trattative.<\/h5>\nTuttavia la precettazione pu\u00f2 essere decisa anche da un\u2019esplicita richiesta della Commissione di garanzia o dell’autorit\u00e0 competente.<\/h5>\nRiepilogando:<\/strong><\/h5>\n– Obbligatoriet\u00e0 del preavviso;
\n– Indicazione preventiva della durata dello sciopero;
\n– Previsione di misure per garantire i servizi indispensabili;
\n– Obbligo di esperire una procedura di raffreddamento e di conciliazione prima della proclamazione dello sciopero.<\/h5>\nFonti normative:<\/strong><\/h5>\n– Art. 40 Costituzione
\n– Legge 15 giugno 1990, n. 146
\n– Legge 11 aprile 2000, n. 83<\/h5>\n
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Lo sciopero economico e politico \u00e8, essenzialmente, indirizzato ad impedire interventi economici svantaggiosi nei confronti dei lavoratori o per rivendicare ed ottenere cambiamenti migliorativi che la classe politica fatica ad esprimere e\/o a realizzare, in questo caso non si sciopera contro il proprio datore di lavoro ma verso gli organi politici, il Governo ed il Parlamento.<\/h5>\nLo sciopero di solidariet\u00e0 trova invece corrispondenza quando l’astensione al lavoro di un gruppo di lavoratori viene effettuata per sostenere e solidarizzare con le rivendicazioni di altri lavoratori.<\/h5>\nAlla base di ogni forma per\u00f2, perch\u00e9 lo sciopero sia legittimo, deve esserci sempre un interesse collettivo.<\/h5>\nLa stessa costituzione prevede l\u2019emanazione di leggi ordinarie al fine di individuare i limiti di esercizio dello sciopero in particolari contesti, per esempio i servizi essenziali.<\/h5>\nLa prima disciplina dello sciopero \u00e8 stata istituita con la legge 12 giugno 1990, n. 146.<\/h5>\nLa legge 146\/1990<\/strong>\u00a0stabilisce esigenze di regolamentazione e introduce il principio per cui,\u00a0il diritto di sciopero nei servizi pubblici essenziali deve essere bilanciato<\/strong>\u00a0con altri diritti costituzionalmente garantiti, come quello della salute, dei trasporti e delle comunicazioni.<\/h5>\nIn caso di violazione della normativa che regola lo sciopero (relativamente ai servizi essenziali), ad esempio nel caso non venga dato un congruo preavviso, questo pu\u00f2 essere precettato da parte del Governo che pu\u00f2 anche ordinarne la revoca.<\/h5>\nLa successiva\u00a0L.83\/2000<\/strong>\u00a0in considerazione dell\u2019esigenza di rafforzare l\u2019autodisciplina delle parti sociali inserisce ulteriori limiti prima della proclamazione dello sciopero, lo scopo della legge \u00e8 quello di sviluppare forme negoziali di prevenzione, di raffreddamento e conciliazione secondo quanto previsto dai contratti collettivi nazionali o, in assenza, secondo quanto previsto dalla stessa legge.<\/h5>\nLo sciopero pertanto inteso come extrema ratio a seguito del fallimento della negoziazione.<\/h5>\nLa L.83\/2000 prevede anche che la revoca dello sciopero, una volta che ne \u00e8 stata data notizia all’utenza, debba essere giustificata da un accordo specifico tra le parti o un impegno a riprendere le trattative.<\/h5>\nTuttavia la precettazione pu\u00f2 essere decisa anche da un\u2019esplicita richiesta della Commissione di garanzia o dell’autorit\u00e0 competente.<\/h5>\nRiepilogando:<\/strong><\/h5>\n– Obbligatoriet\u00e0 del preavviso;
\n– Indicazione preventiva della durata dello sciopero;
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\n– Obbligo di esperire una procedura di raffreddamento e di conciliazione prima della proclamazione dello sciopero.<\/h5>\nFonti normative:<\/strong><\/h5>\n– Art. 40 Costituzione
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Alla base di ogni forma per\u00f2, perch\u00e9 lo sciopero sia legittimo, deve esserci sempre un interesse collettivo.<\/h5>\nLa stessa costituzione prevede l\u2019emanazione di leggi ordinarie al fine di individuare i limiti di esercizio dello sciopero in particolari contesti, per esempio i servizi essenziali.<\/h5>\nLa prima disciplina dello sciopero \u00e8 stata istituita con la legge 12 giugno 1990, n. 146.<\/h5>\nLa legge 146\/1990<\/strong>\u00a0stabilisce esigenze di regolamentazione e introduce il principio per cui,\u00a0il diritto di sciopero nei servizi pubblici essenziali deve essere bilanciato<\/strong>\u00a0con altri diritti costituzionalmente garantiti, come quello della salute, dei trasporti e delle comunicazioni.<\/h5>\nIn caso di violazione della normativa che regola lo sciopero (relativamente ai servizi essenziali), ad esempio nel caso non venga dato un congruo preavviso, questo pu\u00f2 essere precettato da parte del Governo che pu\u00f2 anche ordinarne la revoca.<\/h5>\nLa successiva\u00a0L.83\/2000<\/strong>\u00a0in considerazione dell\u2019esigenza di rafforzare l\u2019autodisciplina delle parti sociali inserisce ulteriori limiti prima della proclamazione dello sciopero, lo scopo della legge \u00e8 quello di sviluppare forme negoziali di prevenzione, di raffreddamento e conciliazione secondo quanto previsto dai contratti collettivi nazionali o, in assenza, secondo quanto previsto dalla stessa legge.<\/h5>\nLo sciopero pertanto inteso come extrema ratio a seguito del fallimento della negoziazione.<\/h5>\nLa L.83\/2000 prevede anche che la revoca dello sciopero, una volta che ne \u00e8 stata data notizia all’utenza, debba essere giustificata da un accordo specifico tra le parti o un impegno a riprendere le trattative.<\/h5>\nTuttavia la precettazione pu\u00f2 essere decisa anche da un\u2019esplicita richiesta della Commissione di garanzia o dell’autorit\u00e0 competente.<\/h5>\nRiepilogando:<\/strong><\/h5>\n– Obbligatoriet\u00e0 del preavviso;
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La prima disciplina dello sciopero \u00e8 stata istituita con la legge 12 giugno 1990, n. 146.<\/h5>\nLa legge 146\/1990<\/strong>\u00a0stabilisce esigenze di regolamentazione e introduce il principio per cui,\u00a0il diritto di sciopero nei servizi pubblici essenziali deve essere bilanciato<\/strong>\u00a0con altri diritti costituzionalmente garantiti, come quello della salute, dei trasporti e delle comunicazioni.<\/h5>\nIn caso di violazione della normativa che regola lo sciopero (relativamente ai servizi essenziali), ad esempio nel caso non venga dato un congruo preavviso, questo pu\u00f2 essere precettato da parte del Governo che pu\u00f2 anche ordinarne la revoca.<\/h5>\nLa successiva\u00a0L.83\/2000<\/strong>\u00a0in considerazione dell\u2019esigenza di rafforzare l\u2019autodisciplina delle parti sociali inserisce ulteriori limiti prima della proclamazione dello sciopero, lo scopo della legge \u00e8 quello di sviluppare forme negoziali di prevenzione, di raffreddamento e conciliazione secondo quanto previsto dai contratti collettivi nazionali o, in assenza, secondo quanto previsto dalla stessa legge.<\/h5>\nLo sciopero pertanto inteso come extrema ratio a seguito del fallimento della negoziazione.<\/h5>\nLa L.83\/2000 prevede anche che la revoca dello sciopero, una volta che ne \u00e8 stata data notizia all’utenza, debba essere giustificata da un accordo specifico tra le parti o un impegno a riprendere le trattative.<\/h5>\nTuttavia la precettazione pu\u00f2 essere decisa anche da un\u2019esplicita richiesta della Commissione di garanzia o dell’autorit\u00e0 competente.<\/h5>\nRiepilogando:<\/strong><\/h5>\n– Obbligatoriet\u00e0 del preavviso;
\n– Indicazione preventiva della durata dello sciopero;
\n– Previsione di misure per garantire i servizi indispensabili;
\n– Obbligo di esperire una procedura di raffreddamento e di conciliazione prima della proclamazione dello sciopero.<\/h5>\nFonti normative:<\/strong><\/h5>\n– Art. 40 Costituzione
\n– Legge 15 giugno 1990, n. 146
\n– Legge 11 aprile 2000, n. 83<\/h5>\n
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Sciopero Accordo Farmacie<\/h5>\n
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[\/vc_column_text][vc_empty_space][\/vc_column_inner][vc_column_inner width=”1\/6″]\n Scarica<\/span>\n <\/a>[\/vc_column_inner][\/vc_row_inner][vc_row_inner][vc_column_inner width=”5\/6″][vc_column_text]<\/p>\n Testo Coordinato Delle Leggi 12 Giugno 1990 N.146 e 11 Aprile 2000 N. 83<\/h5>\n
In caso di violazione della normativa che regola lo sciopero (relativamente ai servizi essenziali), ad esempio nel caso non venga dato un congruo preavviso, questo pu\u00f2 essere precettato da parte del Governo che pu\u00f2 anche ordinarne la revoca.<\/h5>\nLa successiva\u00a0L.83\/2000<\/strong>\u00a0in considerazione dell\u2019esigenza di rafforzare l\u2019autodisciplina delle parti sociali inserisce ulteriori limiti prima della proclamazione dello sciopero, lo scopo della legge \u00e8 quello di sviluppare forme negoziali di prevenzione, di raffreddamento e conciliazione secondo quanto previsto dai contratti collettivi nazionali o, in assenza, secondo quanto previsto dalla stessa legge.<\/h5>\nLo sciopero pertanto inteso come extrema ratio a seguito del fallimento della negoziazione.<\/h5>\nLa L.83\/2000 prevede anche che la revoca dello sciopero, una volta che ne \u00e8 stata data notizia all’utenza, debba essere giustificata da un accordo specifico tra le parti o un impegno a riprendere le trattative.<\/h5>\nTuttavia la precettazione pu\u00f2 essere decisa anche da un\u2019esplicita richiesta della Commissione di garanzia o dell’autorit\u00e0 competente.<\/h5>\nRiepilogando:<\/strong><\/h5>\n– Obbligatoriet\u00e0 del preavviso;
\n– Indicazione preventiva della durata dello sciopero;
\n– Previsione di misure per garantire i servizi indispensabili;
\n– Obbligo di esperire una procedura di raffreddamento e di conciliazione prima della proclamazione dello sciopero.<\/h5>\nFonti normative:<\/strong><\/h5>\n– Art. 40 Costituzione
\n– Legge 15 giugno 1990, n. 146
\n– Legge 11 aprile 2000, n. 83<\/h5>\n
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Sciopero Accordo Farmacie<\/h5>\n
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Lo sciopero pertanto inteso come extrema ratio a seguito del fallimento della negoziazione.<\/h5>\nLa L.83\/2000 prevede anche che la revoca dello sciopero, una volta che ne \u00e8 stata data notizia all’utenza, debba essere giustificata da un accordo specifico tra le parti o un impegno a riprendere le trattative.<\/h5>\nTuttavia la precettazione pu\u00f2 essere decisa anche da un\u2019esplicita richiesta della Commissione di garanzia o dell’autorit\u00e0 competente.<\/h5>\nRiepilogando:<\/strong><\/h5>\n– Obbligatoriet\u00e0 del preavviso;
\n– Indicazione preventiva della durata dello sciopero;
\n– Previsione di misure per garantire i servizi indispensabili;
\n– Obbligo di esperire una procedura di raffreddamento e di conciliazione prima della proclamazione dello sciopero.<\/h5>\nFonti normative:<\/strong><\/h5>\n– Art. 40 Costituzione
\n– Legge 15 giugno 1990, n. 146
\n– Legge 11 aprile 2000, n. 83<\/h5>\n
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Tuttavia la precettazione pu\u00f2 essere decisa anche da un\u2019esplicita richiesta della Commissione di garanzia o dell’autorit\u00e0 competente.<\/h5>\nRiepilogando:<\/strong><\/h5>\n– Obbligatoriet\u00e0 del preavviso;
\n– Indicazione preventiva della durata dello sciopero;
\n– Previsione di misure per garantire i servizi indispensabili;
\n– Obbligo di esperire una procedura di raffreddamento e di conciliazione prima della proclamazione dello sciopero.<\/h5>\nFonti normative:<\/strong><\/h5>\n– Art. 40 Costituzione
\n– Legge 15 giugno 1990, n. 146
\n– Legge 11 aprile 2000, n. 83<\/h5>\n
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– Obbligatoriet\u00e0 del preavviso;
\n– Indicazione preventiva della durata dello sciopero;
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\n– Obbligo di esperire una procedura di raffreddamento e di conciliazione prima della proclamazione dello sciopero.<\/h5>\nFonti normative:<\/strong><\/h5>\n– Art. 40 Costituzione
\n– Legge 15 giugno 1990, n. 146
\n– Legge 11 aprile 2000, n. 83<\/h5>\n
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